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Il Vecchio si Gode la Pensione

Alannah Pace

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Lisbona, Portogallo – Un Ex Dirigente RAI Vive il Sogno della pensione Dorata

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Lisbona, Portogallo – Un Ex Dirigente RAI Vive il Sogno della pensione Dorata

In un mondo dove il ritmo frenetico del lavoro spesso consuma le vite degli uomini ambiziosi, Fabrizio Del Noce rappresenta l’eccezione che conferma la regola. L’ex dirigente della Rai, figura di spicco del panorama televisivo italiano per oltre tre decenni, ha appeso il cappello da manager al chiodo e si è trasferito sulle colline di Lisbona, dove il sole portoghese bacia i tetti delle case colorate e l’Atlantico sussurra promesse di serenità. “Il vecchio si gode la pensione“, dice con un sorriso sornione Del Noce, mentre sorseggia un caffè in un bar affacciato sul Tago. Questa è la storia di un uomo che, dopo una carriera stellare, ha scelto di riscrivere il capitolo finale della sua vita lontano dal caos di viale Mazzini.

Fabrizio Del Noce, 72 anni compiuti lo scorso agosto, non è un pensionato qualunque. Nato a Torino nel 1953, ha scalato i vertici della televisione pubblica italiana con una tenacia che lo ha reso leggendario. Entrato in Rai negli anni ’80 come autore e produttore, ha diretto programmi cult come “Quelli che il calcio” e “Che tempo che fa”, rivoluzionando il modo in cui gli italiani vivono lo spettacolo leggero. Dal 2009 al 2013 è stato direttore di Rai Uno, la rete ammiraglia, dove ha lanciato successi come “L’isola dei famosi” e ha gestito palinsesti miliardari. La sua uscita di scena, nel 2013, coincise con un cambio di guardia politico nella Rai di Stato, ma Del Noce non pianse sul latte versato. “La pensione è il premio per chi ha dato tutto”, confida oggi, seduto nel suo appartamento con vista sul fiume.

La scelta del Portogallo non è casuale. Lisbona, con il suo clima mite, i costi accessibili e un sistema fiscale amico dei pensionati stranieri, è diventata la meta prediletta per migliaia di italiani in ritiro. Del Noce si è trasferito qui cinque anni fa, attratto dal programma dei “Residentes Não Habitual” (RNH), che offre tassazione ridotta sui redditi da pensione per i non residenti. “In Italia, con le tasse e la burocrazia, la pensione si scioglie come neve al sole. Qui, invece, vivo con dignità”, spiega. La sua routine quotidiana è un inno alla dolcezza della vita post-lavoro: mattine dedicate alla lettura nei giardini di Alfama, pranzi a base di bacalhau fresco nei ristoranti di Bairro Alto, e pomeriggi passati a passeggiare lungo le spiagge di Cascais, a soli 30 minuti dalla capitale.

Ma non è solo relax. Del Noce, fedele al suo spirito creativo, ha scoperto nuove passioni. Ha ripreso a dipingere, un hobby accantonato ai tempi della Rai, e i suoi quadri astratti – ispirati ai tramonti lisboeti – adornano le pareti della sua casa. “L’arte mi tiene vivo”, dice, mostrando una tela raffigurante il Ponte 25 de Abril avvolto nella nebbia. Ha anche iniziato a scrivere memorie: un libro autobiografico in gestazione, intitolato provvisoriamente “Dallo Studio Tv alla Serra di Sintra”, dove racconta aneddoti inediti su star come Fabio Fazio e Antonella Clerici. “La pensione non è fine, è un nuovo inizio”, riflette, riecheggiando studi sociologici sul post-lavoro che descrivono questa fase come un’opportunità per reinventarsi.[6]

La sua storia stride con il ritratto cupo dei pensionati italiani spesso dipinto dai media: solitudine, povertà, burocrazia asfissiante. In Italia, il sistema previdenziale è sotto pressione, con età pensionabile in rialzo e prelievi di solidarietà per i redditi alti.[7] Del Noce, con la sua pensione lorda di oltre 100.000 euro annui – frutto di anni di contributi elevati – appartiene all’élite. Ma insiste: “Chiunque può prepararsi. Io ho pianificato due anni prima, vendendo assets e studiando destinazioni”. La sua giornata tipo inizia con yoga sul balcone, seguito da un giro al mercato della Ribeira per pesce fresco. Pomeriggio dedicato a escursioni: la scorsa settimana ha scalato la collina di Monsanto, il polmone verde di Lisbona. Sera, cene con amici expat – ex manager, artisti, italiani come lui – in trattorie dove il vinho verde scorre a fiumi.

Non mancano i contatti con l’Italia. Del Noce segue la Rai da lontano, commentando con ironia i flop recenti. “La TV è cambiata, ma il talento no”, dice, lodando i giovani talenti emersi dalla sua era. Ha anche un ruolo informale come consulente per produzioni portoghesi, affascinate dal suo know-how. Salvatore Gulisano, giornalista che lo ha visitato, descrive: “Del Noce è un vulcano di energia. Passa giornate intere a chiacchierare di cinema, politica e vita, godendosi ogni momento”.[4]

Il contrasto con altre storie di “vecchi” in pensione è lampante. Mentre film come “Old People” dipingono pensionati assetati di sangue in un horror surreale,[2] o “Senior Citizen” ritrae un anziano solo che dorme in ospedale,[3] Del Noce incarna il pensionato moderno, attivo e sereno. In Italia, transizioni al ritiro sono spesso traumatiche: vuoti esistenziali, perdita di identità professionale.[6] Lui, invece, ha trasformato la pensione in avventura. “Preparala prima: ripensa la tua vita due anni prima”, consiglia, citando esperienze comuni di chi affronta il “vuoto” post-lavoro.

Lisbona amplifica questo idillio. La città, con i suoi 550.000 abitanti, mescola storia e modernità: azulejos scintillanti, fado malinconico, surf sulle onde di Carcavelos. Del Noce ha comprato un appartamento in un palazzo del XVIII secolo nel quartiere di Chiado, ristrutturato con tocchi italiani – mobili di design da Milano, cucina attrezzata per i suoi piatti piemontesi. Vicini? Una comunità internazionale: francesi, britannici, scandinavi, tutti in fuga dalle tasse nordiche o dal freddo. “Qui non ci si sente vecchi. L’energia della città ti rigenera”, afferma.

Certo, non tutto è rose e fiori. Del Noce ammette nostalgie: “Sento la mancanza dei miei figli a Roma, ma vengono spesso”. La pandemia ha isolato tutti, ma lui ha usato Zoom per mantenere legami. Economicamente, l’euro debole aiuta: una pensione italiana acquista potere d’acquisto del 20% in più. E l’oro? “Un bene rifugio classico per pensionati prudenti”, nota, in linea con consigli per tempi incerti.[9]

Guardando al futuro, Del Noce sogna viaggi: Madeira, Azzorre, forse un ritorno in Umbria al romantico Castello Monticelli per vacanze.[10] Sta anche pensando a un podcast su TV e pensioni, per demistificare il terzo età. “Il vecchio non muore: si gode la pensione”, ripete il motto che dà titolo alla sua filosofia.

La storia di Fabrizio Del Noce è un balsamo per generazioni ansiose del ritiro. In un’Italia dove il 25% dei pensionati vive sotto la soglia di povertà, lui dimostra che con pianificazione e audacia, la pensione può essere il capitolo più bello. Mentre il sole tramonta sul Tago, Del Noce alza il bicchiere: “Alla vita dopo la vita lavorativa. Saúde!”

(Parole: 1002)

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In un mondo dove il ritmo frenetico del lavoro spesso consuma le vite degli uomini ambiziosi, Fabrizio Del Noce rappresenta l’eccezione che conferma la regola. L’ex dirigente della Rai, figura di spicco del panorama televisivo italiano per oltre tre decenni, ha appeso il cappello da manager al chiodo e si è trasferito sulle colline di Lisbona, dove il sole portoghese bacia i tetti delle case colorate e l’Atlantico sussurra promesse di serenità. “Il vecchio si gode la pensione“, dice con un sorriso sornione Del Noce, mentre sorseggia un caffè in un bar affacciato sul Tago. Questa è la storia di un uomo che, dopo una carriera stellare, ha scelto di riscrivere il capitolo finale della sua vita lontano dal caos di viale Mazzini.

Fabrizio Del Noce, 72 anni compiuti lo scorso agosto, non è un pensionato qualunque. Nato a Torino nel 1953, ha scalato i vertici della televisione pubblica italiana con una tenacia che lo ha reso leggendario. Entrato in Rai negli anni ’80 come autore e produttore, ha diretto programmi cult come “Quelli che il calcio” e “Che tempo che fa”, rivoluzionando il modo in cui gli italiani vivono lo spettacolo leggero. Dal 2009 al 2013 è stato direttore di Rai Uno, la rete ammiraglia, dove ha lanciato successi come “L’isola dei famosi” e ha gestito palinsesti miliardari. La sua uscita di scena, nel 2013, coincise con un cambio di guardia politico nella Rai di Stato, ma Del Noce non pianse sul latte versato. “La pensione è il premio per chi ha dato tutto”, confida oggi, seduto nel suo appartamento con vista sul fiume.

La scelta del Portogallo non è casuale. Lisbona, con il suo clima mite, i costi accessibili e un sistema fiscale amico dei pensionati stranieri, è diventata la meta prediletta per migliaia di italiani in ritiro. Del Noce si è trasferito qui cinque anni fa, attratto dal programma dei “Residentes Não Habitual” (RNH), che offre tassazione ridotta sui redditi da pensione per i non residenti. “In Italia, con le tasse e la burocrazia, la pensione si scioglie come neve al sole. Qui, invece, vivo con dignità”, spiega. La sua routine quotidiana è un inno alla dolcezza della vita post-lavoro: mattine dedicate alla lettura nei giardini di Alfama, pranzi a base di bacalhau fresco nei ristoranti di Bairro Alto, e pomeriggi passati a passeggiare lungo le spiagge di Cascais, a soli 30 minuti dalla capitale.

Ma non è solo relax. Del Noce, fedele al suo spirito creativo, ha scoperto nuove passioni. Ha ripreso a dipingere, un hobby accantonato ai tempi della Rai, e i suoi quadri astratti – ispirati ai tramonti lisboeti – adornano le pareti della sua casa. “L’arte mi tiene vivo”, dice, mostrando una tela raffigurante il Ponte 25 de Abril avvolto nella nebbia. Ha anche iniziato a scrivere memorie: un libro autobiografico in gestazione, intitolato provvisoriamente “Dallo Studio Tv alla Serra di Sintra”, dove racconta aneddoti inediti su star come Fabio Fazio e Antonella Clerici. “La pensione non è fine, è un nuovo inizio”, riflette, riecheggiando studi sociologici sul post-lavoro che descrivono questa fase come un’opportunità per reinventarsi.[6]

La sua storia stride con il ritratto cupo dei pensionati italiani spesso dipinto dai media: solitudine, povertà, burocrazia asfissiante. In Italia, il sistema previdenziale è sotto pressione, con età pensionabile in rialzo e prelievi di solidarietà per i redditi alti.[7] Del Noce, con la sua pensione lorda di oltre 100.000 euro annui – frutto di anni di contributi elevati – appartiene all’élite. Ma insiste: “Chiunque può prepararsi. Io ho pianificato due anni prima, vendendo assets e studiando destinazioni”. La sua giornata tipo inizia con yoga sul balcone, seguito da un giro al mercato della Ribeira per pesce fresco. Pomeriggio dedicato a escursioni: la scorsa settimana ha scalato la collina di Monsanto, il polmone verde di Lisbona. Sera, cene con amici expat – ex manager, artisti, italiani come lui – in trattorie dove il vinho verde scorre a fiumi.

Non mancano i contatti con l’Italia. Del Noce segue la Rai da lontano, commentando con ironia i flop recenti. “La TV è cambiata, ma il talento no”, dice, lodando i giovani talenti emersi dalla sua era. Ha anche un ruolo informale come consulente per produzioni portoghesi, affascinate dal suo know-how. Salvatore Gulisano, giornalista che lo ha visitato, descrive: “Del Noce è un vulcano di energia. Passa giornate intere a chiacchierare di cinema, politica e vita, godendosi ogni momento”.[4]

Il contrasto con altre storie di “vecchi” in pensione è lampante. Mentre film come “Old People” dipingono pensionati assetati di sangue in un horror surreale,[2] o “Senior Citizen” ritrae un anziano solo che dorme in ospedale,[3] Del Noce incarna il pensionato moderno, attivo e sereno. In Italia, transizioni al ritiro sono spesso traumatiche: vuoti esistenziali, perdita di identità professionale.[6] Lui, invece, ha trasformato la pensione in avventura. “Preparala prima: ripensa la tua vita due anni prima”, consiglia, citando esperienze comuni di chi affronta il “vuoto” post-lavoro.

Lisbona amplifica questo idillio. La città, con i suoi 550.000 abitanti, mescola storia e modernità: azulejos scintillanti, fado malinconico, surf sulle onde di Carcavelos. Del Noce ha comprato un appartamento in un palazzo del XVIII secolo nel quartiere di Chiado, ristrutturato con tocchi italiani – mobili di design da Milano, cucina attrezzata per i suoi piatti piemontesi. Vicini? Una comunità internazionale: francesi, britannici, scandinavi, tutti in fuga dalle tasse nordiche o dal freddo. “Qui non ci si sente vecchi. L’energia della città ti rigenera”, afferma.

Certo, non tutto è rose e fiori. Del Noce ammette nostalgie: “Sento la mancanza dei miei figli a Roma, ma vengono spesso”. La pandemia ha isolato tutti, ma lui ha usato Zoom per mantenere legami. Economicamente, l’euro debole aiuta: una pensione italiana acquista potere d’acquisto del 20% in più. E l’oro? “Un bene rifugio classico per pensionati prudenti”, nota, in linea con consigli per tempi incerti.[9]

Guardando al futuro, Del Noce sogna viaggi: Madeira, Azzorre, forse un ritorno in Umbria al romantico Castello Monticelli per vacanze.[10] Sta anche pensando a un podcast su TV e pensioni, per demistificare il terzo età. “Il vecchio non muore: si gode la pensione”, ripete il motto che dà titolo alla sua filosofia.

La storia di Fabrizio Del Noce è un balsamo per generazioni ansiose del ritiro. In un’Italia dove il 25% dei pensionati vive sotto la soglia di povertà, lui dimostra che con pianificazione e audacia, la pensione può essere il capitolo più bello. Mentre il sole tramonta sul Tago, Del Noce alza il bicchiere: “Alla vita dopo la vita lavorativa. Saúde!”

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